La prima metà di marzo è il periodo migliore per le potature dei frutti, in particolare la vite. Questo per tardarne la ripartenza vegetativa e mettersi al riparo da eventuali danni da gelo, soprattutto nelle zone montane e collinari ma anche in pianura. Come è noto, la potatura può essere “corta” nel caso di cordone permanente o “lunga” per il tralcio rinnovato e la scelta dell’uno piuttosto che dell’altro sistema dipende da vari fattori quali obiettivo enologico, vitigno, territorio e adattabilità alla meccanizzazione. Una curiosità: in questo esemplare quarantennale coesistono entrambi, una soluzione adottata in passato per aumentare la produzione, trattandosi di piante molto vigorose allevate in pianura e anche per avere più punti vegetativi nel caso qualcuno andasse a seccarsi, possibilità non remota in quanto un tempo le viti venivano potate con tagli di ritorno anche importanti, cercando di mantenere la vegetazione il più vicino possibile al cordone.
Vecchio esemplare di vite: a sinistra cordone permanente e a destra tralcio rinnovato